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Supervisioni

Negli ultimi anni, alcuni giovani colleghi hanno iniziato a chiedermi un supporto per la loro pratica professionale, durante momenti di impasse, sconforto, confusione.

Alcune organizzazioni di volontariato e servizi territoriali mi hanno chiesto di supportare le loro équipe multiprofessionale all’interno di progetti e servizi rivolti a minori, giovani adulti e famiglie.

Nel percorso professionale, l’arrivo di queste richieste rappresenta una tappa importante: un segnale di riconoscimento, di stima, di competenza, di esperienza, di età che avanza …

Abitualmente, siamo soliti definire la risposta a questo tipo di richieste con la parola “supervisione”.

Il percorso di supervisione ad impronta sistemica si configura, per me, come un accompagnare il collega o il gruppo di colleghi ad attivare processi di attenzione, consapevolezza, riflessività verso il proprio sentire e agire professionale e verso le premesse che lo orientano.
Un’attenzione umile, accogliente, comprensiva, non giudicante, complessa, curiosa e – perciò stesso – capace di generare altre visioni e altre possibilità terapeutiche, oltre a quelle già disponibili.
Ciò, nella fiducia sistemica che questo stesso processo generativo condotto insieme favorisca lo sblocco dei momenti di impasse, scoraggiamento, confusione che hanno originato la richiesta di supervisione.

Il ruolo del supervisore “è un ruolo più sussurrato che gridato, tipico di chi si mette accanto e non davanti a indicare o dietro a spingere, ma sta al fianco (…) per far notare accanto al paesaggio consueto e che tutti vedono, quel particolare paesaggio in cui il grigio chiaro dei calanchi si lega bene con il verde tenue del fieno appena spuntato; dunque, accostare più che sovrapporre, mostrare altri punti di vista che non cancellano i precedenti ma possono arricchire quel grande e spesso caotico supermercato di idee, di schemi di riferimento e di compiti consci e inconsci” che spesso è il percorso di cura (Braidi, Cavicchioli, 2006, p. 24).

I percorsi di supervisione hanno frequenza e durata da concordare, in base alle esigenze e possibilità del professionista, gruppo o ente che li richiede.


Articolo a cura della
Dott.ssa Tiziana Mannello
Psicologa Psicoterapeuta a Saronno

Dott.ssa Tiziana Mannello
Psicologa Psicoterapeuta

Saronno

Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lombardia n. 10970
Laurea in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione - Specializzazione in Psicoterapia sistemico-relazionale
P.I. 02230660181

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